Flessione del 25% dell’export di marmi e tecnologie italiane nel 1° semestre 2020

Primo semestre difficile per le esportazioni settoriali italiane: in decisa diminuzione sia le vendite di materiali lapidei (-24,5%) che quelle di macchine e attrezzature complementari (-26%). Incoraggiante inversione di tendenza a giugno, ma permane la situazione di incertezza. Marabelli: “Situazione senza precedenti, occorrono interventi urgenti per sostenere l’export e far ripartire il mercato interno”.

Come ampiamente previsto, con l’emergenza Covid-19 che si è innestata su una congiuntura internazionale già non favorevole, nel 1° semestre 2020 si è registrato un forte calo di export per la filiera tecno-lapidea italiana, che comprende sia i materiali che le relative tecnologie di lavorazione. Secondo le statistiche ufficiali elaborate dal Centro Studi CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE nei primi sei mesi dell’anno le vendite all’estero delle nostre Aziende sono infatti diminuite del 25%, passando da 1.405 a 1.053 milioni di euro.

Ricordiamo che l’industria tecno-marmifera italiana conta oltre 3.200 Aziende e circa 34mila addetti, con un fatturato nel 2019 di quasi 3,9 miliardi di euro, un valore delle esportazioni di 2,9 miliardi, una forte propensione all’export (che ha raggiunto il 73,9% del valore della produzione) e soprattutto con un saldo commerciale annuo attivo di oltre 2,5 miliardi – che equivale a circa il 5% del saldo commerciale complessivo italiano.

Sulla situazione del comparto è intervenuto Flavio Marabelli, presidente onorario di CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE, che nel corso della recente Assemblea generale dell’Associazione tecno-lapidea italiana nella sua analisi statistica ha sottolineato che ”l’emergenza sanitaria ha avuto pesanti ripercussioni sull’andamento del nostro settore, che nel 1° semestre dell’anno ha fatto registrare una diminuzione di circa un quarto del proprio export rispetto allo stesso semestre del 2019. I primi segnali di ripresa sono arrivati soltanto nel mese di giugno, quando sia le vendite di materiali lapidei lavorati che quelle di tecnologie hanno fatto segnare un’incoraggiante inversione di tendenza, tornando vicino ai livelli mensili pre-covid. Diverso invece il discorso per quanto riguarda le delle nostre esportazioni di materiali grezzi, che continuano a soffrire. Se il dato di giugno ha segnato l’inizio di una effettiva ripresa lo scopriremo nel prossimo semestre, anche se sarà difficile compensare le perdite registrare nella prima parte dell’anno e tornare a fine anno ai valori del 2019“. 

Quello che il nostro settore chiede con urgenza al governo – continua Marabelli – sono interventi mirati che consentano alle Imprese di ritornare prima di tutto a potersi muovere e a vendere sui mercati esteri – dando immediata applicazione al Patto per l’Export – , oltre che un maggiore sostegno alla domanda interna, rendendo strutturali gli incentivi Impresa/Piano transizione 4.0, potenziando la Nuova Sabatini e favorendo un maggiore impiego della pietra naturale in edilizia, ad esempio anche attraverso l’ampliamento dei possibili interventi oggetto del Superbonus 110%“.

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